La Bici in Corte trova le sue radici all’indomani della seconda guerra mondiale. Dapprima mio padre, Mario Clerici, appassionato di ciclismo nonché corridore amatoriale, riparava tutte le bici nella corte della nostra casa ad Origgio.
Nel 1948, insieme a me (all'epoca avevo due anni) e mia madre Maria, si trasferì a Saronno ed aprì il negozio in via Roma, angolo Via Visconti. Essendo un buon meccanico, come altri, si costruiva e modificava i telai delle bici ed io lo ammiravo sempre affascinato e incuriosito dal suo lavoro.
Dopo qualche anno il posto era diventato un po’ piccolo e così nel 1953 trasferì l'officina in via Marconi 61 sempre a Saronno, dove si trova attualmente.
Io, Osvaldo, fin da piccolo bazzicavo tra le due ruote ed ero follemente innamorato della biciclettina che mio padre aveva fatto per me! Caratteristica che la rendeva unica e inimitabile: un solo freno, e solo sul copertone della ruota anteriore!!!
Con lui ho imparato, o meglio, come si diceva allora, “ho rubato il mestiere” abbastanza bene e nelle vacanze scolastiche estive davo prova della mia bravura (ovviamente le critiche non mancavano mai).
Il concetto più importante su cui il mio papà perseverava con diligenza e che ha sempre cercato di trasmettermi nel tempo era quello della “qualità“ della riparazione: termine con il quale il Mario Ciclista (così era chiamato all'epoca) si riferiva all'amore per la bicicletta e alla passione che ne derivava. Per Mario ogni riparazione di una bicicletta era considerata un’opera d’arte!
Mio padre stabilì rapporti con aziende del settore molto importanti tra cui le più note: Legnano (Milano-Legnano), Ganna (Varese), Chiorda (Milano-Bergamo), Rossignoli (Milano), Doniselli (Milano).
Da allora è passata la generazione di mio padre e anche la mia. Nel mio periodo scelsi di lavorare con la ditta Taurus (Milano) ed anche con l’inglese Raleigh di Nottingham che era la più grande fabbrica mondiale di biciclette con circa 5000 dipendenti in tutto il mondo e l’unica che offriva una garanzia di dieci anni sui propri prodotti. Conobbi la qualità inglese e rimasi piacevolmente affascinato dal cambio ad ingranaggi nel mozzo posteriore della Sturmey Archer, società nata nel 1902 e facente parte con Brooks (selle in cuoio) del gruppo. Fascino che ho trasferito a mio figlio Davide insieme alla passione per le biciclette.
Per me la bicicletta per antonomasia è la bicicletta di Don Camillo e Peppone, per intenderci quella con i freni a bacchetta. Le altre sono dei “bicicli“ o “bici” (senza offesa per quelle da corsa e per le MTB).
L’arrivo di una crisi nel settore, contemporaneamente alla morte sia del titolare Legnano, Emilio Bozzi, che del signor Ganna, ed al cambiamento dei rapporti con i nuovi proprietari, mi indussero a chiudere l’attività...
... Tuttavia mio figlio Davide ha deciso di salire di nuovo "in sella” alle due ruote di oggi, moderne e sempre più tecnologiche, per
una nuova avventura tutta (o quasi) Made in Italy!
Osvaldo